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Il soffio dell’IVV è ancora vivo: nuovi partner per dare futuro all’azienda

SAN GIOVANNI VALDARNO – Il futuro dell’IVV è legato all’ingresso di nuovi partner “per continuare a lavorare, produrre e vendere. Non possiamo farne a meno”. Partener industriali e commerciali che daranno vita a una grossa operazione.

Lo ha sottolineato il presidente dell’azienda sangiovannese Simone Carresi a conclusione del suo intervento durante il consiglio comunale aperto che si è tenuto oggi pomeriggio nella sede di via Lungarno alla presenza della sindaca Valentina Vadi, dell’assessore regionale Leonardo Marras, del presidente del consesso cittadino Mauro Tempesta..

Simone Carresi, presidente dell’IVV di San Giovanni

Un incontro convocato per ascoltare e sostenere l’impresa che – alla vigilia dell’importante anniversario dei 70 anni dalla fondazione – vive un momento di difficoltà dovuto “all’impazzimento del costo del metano” che ha costretto la storica Industria Vetraria Valdarnese a reimpostare la propria attività.

Le ordinazioni in realtà ci sono e sono pure tante (specie dall’estero) ma si rischia di non poterle soddisfare. “A metà febbraio – ha ricordato Carresi – abbiamo deciso di spegnere gli impianti fusori, cercando di anticipare la produzione, a causa del prezzo dell’energia, in particolar modo del metano, divenuto insostenibile. La fattura di dicembre 2021 è stata pari a 154.000 euro contro una media di 35.000 dei primi 6 mesi dell’anno scorso. La cooperativa vorrebbe riaccendere gli impianti a fine maggio, ma anche a causa dell’ulteriore incremento del gas dovuto al conflitto in atto, tale prospettiva appare oggi incerta”.

“L’azienda ha nel frattempo attivato la Cigo per tutto il personale (una cinquantina di unità). Per parte di questo, quello più direttamente legato alla produzione a caldo, è a 0 ore. La Cassa è scaduta il 16 aprile ed abbiamo richiesto una proroga di 8 settimane fino all’11 giugno”.

Lo scenario che l’IVV ha davanti è quello di un intervento dello Stato che viene però considerato insufficiente per far fronte alla situazione. Se tale misura non dovesse venire rafforzata – dicono dall’IVV – ci sarebbe bisogno di un ulteriore contributo della Regione.

Ma la vera svolta, la scommessa per garantire un futuro degno della storia dello stabilimento di San Giovanni è quello, appunto, dell’ingresso in azienda di nuovi partner. Uno scenario che garantisca comunque la permanenza della produzione e del marchio IVV. Una scommessa che riguarda i prezzi dei prodotti vetrari considerati gli aumenti dei costi di produzione strettamente legati all’impennata di quelli energetici.

Un momento del consiglio comunale aperto presso lo stabilimento

A mollare l’IVV non ci pensa proprio. Non è questo il primo momento di difficoltà che ha dovuto affrontare nella sua lunga e prestigiosa storia, l’ultimo l’emergenza Covid. La cooperativa è pronta a ripartire. Lanciandosi in una ulteriore e interessante sfida. Proprio sul fronte energetico.

Abbiamo anche un sogno – ha detto Carresi – riprendere la produzione, continuare la tradizione del vetro artistico nel Valdarno, a San Giovanni, poterlo fare in una fabbrica meno energivora, che magari produca energia. Una fabbrica più sostenibile. Che magari scambi calore con il territorio circostante e perché no, che diventa uno snodo anche sperimentale di una comunità energetica”. E non finisce qui. “Abbiamo un sogno, un altro, questo è ancora più antico, contribuire a ricostruire la memoria della tradizione vetraria valdarnese. Questi sogni per diventare realtà ci impongono di ricercare le nostre radici e insieme cercare nuovi partner per continuare a lavorare produrre e vendere. Non possiamo farne a meno”.

A conclusione del suo intervento in consiglio comunale il presidente dell’Ivv ha detto: “La vostra presenza è il riconoscimento di questa nostra volontà di resistenza. Il riconoscimento che il soffio c’è ancora, nonostante tutto e soprattutto che è ancora utile”.

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