Dopo un periodo di sperimentazione durante l’emergenza Covid, dopo una proroga del servizio decisa nei mesi scorsi, adesso la ricetta elettronica diventa definitiva. I pazienti potranno quindi ricevere la prescrizione dei farmaci direttamente sul cellulare o sulla propria email senza recarsi presso l’ambulatorio del proprio dottore. Sarà comunque ancora possibile ritirare dal proprio medico curante la ricetta cartacea qualora l’utente non avesse a disposizione dispositivi telematici.
“Abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici” ha annunciato oggi il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in merito alle misure per la salute contenute nel Dl Semplificazioni approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare”.
Ma c’è un’altra importante novità che riguarda i malati cronici per i quali è prevista una ricetta elettronica valida per un anno.
Per i pazienti cronici, infatti, la ricetta dematerializzata sarà valida dodici mesi e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico.
“Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco – spiega il ministro – grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti”.