Bruno Mealli si è spento stamani nella sua casa di Malva, frazione di Terranuova Bracciolini, dove aveva sempre vissuto, anche negli anni d’oro della sua attività, quando vestì le maglie più prestigiose per un ciclista professionista: maglia tricolore di campione italiano nel 1963, maglia rosa per cinque tappe nel Giro d’Italia del 1965. Infine vestì per due volte la maglia azzurra nei mondiali di Sallanches nel 1964 e a Lasarte-Oria l’anno successivo. Tanti i successi ottenuti dal campione valdarnese durante gli otto anni di professionismo (dal 1961 al 1969) a cominciare dal Giro del Lazio vinto proprio all’esordio nella massima categoria.
Bruno Mealli era nato a Loro Ciuffenna il 20 novembre 1937, illustre rappresentante della dinastia ciclistica della famiglia Mealli che era iniziata negli anni Trenta con il capostipite Adalino Mealli (che corse 7 Giri d’italia, piazzandosi al quarto posto nella corsa rosa del 1936 vinta da Bartali).
Anche Bruno Mealli ha corso per nove volte il Giro d’Italia, vincendo cinque tappe. Proprio nel Giro d’Italia del 1963 Mealli fu protagonista di uno degli episodi più curiosi del ciclismo italiano. Infatti il valdarnese indossò la maglia tricolore contemporaneamente a Marino Fontana. A Mealli il tricolore era stato consegnato dalla Federazione Ciclistica Italiana per la vittoria ottenuta nel Giro della Romagna, valido come ultima prova del campionato italiano, mentre a Fontana la maglia di Campione Italiano era stata assegnata dalla Lega del Professionismo che cercava l’indipendenza dall’ente ufficiale. Il CONI stabilì però che il legittimo campione era Mealli, risolvendo la situazione.
L’ultima apparizione ufficiale di Bruno Mealli era avvenuta alla festa dei Campioni Italiani organizzata dalla Ciclistica Figlinese nel corso dell’edizione 2022 di Autumnia (Nella foto lo vediamo al centro, accanto a Enzo Ragnini, altro campione italiano valdarnese)
La salma di Bruno Mealli verrà esposta alla Cappella della Misericordia di Terranuova.
