CHIANTI – “Il territorio del Chianti, dove peraltro vivono e risiedono circa 50000 persone – affermano i primi cittadini David Baroncelli (Barberino-Tavarnelle), Paolo Sottani (Greve) e Roberto Ciappi (San Casciano Val di Pesa) – non può minimamente pensare di rinunciare ad un servizio fondamentale come quello del medico a bordo sostituendo questa figura con la professionalità dell’infermiere, la proposta di un ridimensionamento è dunque intollerabile a fronte di un territorio in cui crescono i bisogni e parallelamente la necessità di maggiori investimenti dal punto di vista sanitario.
Non possiamo neanche trascurare l’aspetto logistico ricordiamo che i nostri comuni presentano aree decentrate, situate in campagna, molto distanti dalle città e dai presidi ospedalieri”.
“Quando c’è in ballo la salute delle persone – aggiungono Baroncelli, Sottani e Ciappi davanti all’ipotesi di una riduzione delle ambulanze medicalizzate – l’impegno primario deve essere quello di unire le forze per rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle nostre comunità, riteniamo che esse debbano maggiormente essere prese in considerazione dagli enti preposti anche alla luce degli accordi e degli interventi sui quali da anni stiamo lavorando per rendere più efficienti i servizi sanitari di confine”.
“I nostri comuni – aggiungono – sono i più periferici e con distanze rilevanti dai presidi ospedalieri, il medico a bordo è essenziale”. Per comprendere l’importanza del medico a bordo del 118 è fondamentale riflettere sulle chances di sopravvivenza dei pazienti che queste figure riescono a garantire. “Il team del 118 – ricalcano i sindaci – può funzionare bene se prevede la presenza di un medico, non si può affidare la gestione dell’emergenza a soli autisti e infermieri, questo è il motivo per cui riteniamo inaccettabile la riduzione del numero dei medici sulle ambulanze”.
I sindaci esprimono il loro dissenso rivolgendo anche un appello. “Chiediamo che si mantenga e si potenzi l’assistenza territoriale del 118, facendo tesoro di esperienze di buona sanità legata al servizio di emergenza di cui il territorio oggi non può fare a meno”. “Siamo convinti che la USL, che ancora non ci ha contattati, prima di prendere decisioni su un tema così complesso e di fondamentale importanza per i nostri territori – concludono – si debba confrontare con i sindaci e siamo fiduciosi che il dialogo potrà realizzarsi quanto prima, considerati anche i protocolli sottoscritti negli anni precedenti”.