“Nel corso di un’intervista rilasciata ad un’emittente televisiva, il sindaco di Reggello ha manifestato la sua passiva accettazione del piano della Asl sul Serristori – commenta Mario Bonaccini, presidente del Calcit Valdarno Fiorentino – In pratica, Piero Giunti ritiene del tutto normale che il Pronto Soccorso di Figline resti chiuso, giustificando tutto ciò con il fatto che i suoi concittadini che abitano nelle frazioni a nord, ora utilizzano il Pronto Soccorso di Ponte a Niccheri, mentre quelli che abitano più a sud si recano alla Gruccia”.
Paradossalmente le dichiarazioni del sindaco di Reggello arrivano proprio nel giorno in cui il direttore del Pronto soccorso della Gruccia denuncia lo stato di “grave criticità” della sua struttura di emergenza urgenza “a causa della chiusura del Pronto soccorso del Serristori”.
“Giornalmente – dice il responsabile del Pronto Soccorso della Gruccia – registriamo più di cento accessi, con punte di centoquaranta, di cui il 17% proviene dal Valdarno Fiorentino”.
“Questo grave problema è nato da quando il Serristori è stato destinato alle cure Covid con la contestuale chiusura del Pronto Soccorso – fa notare Mario Bonaccini – Basta ricordare che nel 2019 il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Figline superava i 16.000 accessi all’anno, accessi che ora vanno ad implementare i P.S. di Gruccia e Ponte a Niccheri, che sono perennemente intasati, con code di attesa anche di 9 ore per i codici minori”.
“Di fronte a questa drammatica situazione, le dichiarazioni del sindaco Giunti sorprendono e deludono – aggiunge Bonaccini – perché significa che l’Amministrazione locale di Reggello è ormai lontana dalla lotta portata avanti dai cittadini per far tornare il Serristori alla sua storica funzione di ospedale per acuti dotato di Pronto Soccorso, a servizio della popolazione locale. La stessa lontananza che si è già palesata al Comune di Figline e Incisa dove è stato bocciato il documento in favore del Pronto Soccorso del Serristori presentato dalla minoranza”.