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sabato, Novembre 23, 2024

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Troppi disagi per la popolazione, soprattutto anziana. Il Calcit chiede che il Serristori ritorni “un ospedale”

In questi giorni si moltiplicano, anche sui social, le testimonianze di pazienti che per curarsi devono raggiungere l’Ospedale Osma di Ponte a Niccheri, a causa dell’ impossibilità di usufruire del medesimo servizio al Serristori.
“Il Calcit non resta insensibile di fronte a questa situazione – commenta Mario Bonaccini, presidente della Onlus di Figline Valdarno – soprattutto quando si tratta di persone sole o anziane, emerge in tutta la sua drammaticità il disagio che la popolazione deve sopportare con l’avvenuto declassamento del Serristori a semplice stabilimento, perdendo così la qualifica di ospedale che lo aveva caratterizzato per secoli”.
“La nostra associazione, che da sempre sostiene direttamente il funzionamento del D.H oncologico di Figline – continua Bonaccini – ritiene che il Serristori debba tornare subito ad essere un ospedale di base, in grado di far fronte alle necessità della popolazione locale anche per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri. Non è accettabile che a Figline arrivino persone dal resto della Toscana, mentre i malati e soprattutto gli anziani del Valdarno non possono usufruire del ‘loro’ ospedale”.

Mario Bonaccini, presidente del Calcit


“Questa situazione comporta costi umani ed economici ingiustificabili – aggiunge Bonaccini – senza contare le ore e ore di attesa che i nostri concittadini sono costretti a subire quando si recano al pronto soccorso di altri ospedali, a seguito della mancata riapertura del Pronto Soccorso del Serristori. Dispiace che, proprio mentre il Governo annuncia nuove risorse economiche per i medici che operano nei Pronto Soccorso, a Figline venga annunciata la definitiva chiusura della struttura che faceva fronte all’emergenza-urgenza. Insomma: arrivano i soldi, ma non per noi.”
“Con il ritorno del Serristori alle funzioni di ospedale di base – spiega il presidente del Calcit – non solo si potrebbe ristabilire l’accoglienza ospedaliera per la popolazione locale, ma soprattutto sarebbe possibile riaprire il pronto soccorso, così come previsto dalla normativa in materia”.
“Soprattutto con l’aumento dei costi di trasporto e le difficoltà di collegamento derivanti dalle frequenti chiusure dell’autostrada a causa dei lavori per la terza corsia – conclude Bonaccini – appare sempre più evidente che il Valdarno fiorentino ha bisogno di un ospedale per acuti e di un pronto soccorso. E il Calcit non cesserà di portare avanti questa richiesta, facendosi interprete dei disagi che la popolazione locale subisce in modo crescente”.

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