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Casa e Ospedale di Comunità a Figline, i Cobas: “Uno sperpero”

È stato presentato l’aggiornamento del progetto di fattibilità tecnico economica per la realizzazione della cosiddetta nuova Casa della Comunità e Ospedale di Comunità nel comune di Figline e Incisa. Il nuovo edificio, che i Cobas definiscono “Un carrozzone”, verrà realizzato all’interno dell’area ospedaliera Serristori.   La Casa della Comunità e l’Ospedale di Comunità sono stati autorizzati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una volta realizzato l’edificio, il titolare dell’immobile rimarrà la USL Toscana Centro. L’affidamento diretto per la progettazione è stato attribuito alla Società Ipostudio Architetti, con sede a Firenze e la realizzazione dei lavori sono stati affidati al “Consorzio Stabile Medil – Società consortile per azioni” con sede legale a Benevento. Il costo complessivo per ciascuna opera ammonta, ad ora, a quasi 5 milioni e 900 mila euro così suddivisi:3.215.074,00 di Euro per l’Ospedale di Comunità; 2.593.068,00 di Euro per la Casa di Comunità. La nuova struttura sanitaria, di superficie pari a 1880mq, è costituita da un unico corpo di fabbrica, a forma di L. Per le funzioni relative alla Casa di Comunità sono stati riservati il piano terra e il 1° piano, mentre al 2° e ultimo piano si trovano gli spazi dell’Ospedale della Comunità. Tutto l’edificio si sviluppa su via da Verrazzano.

Per il sindacato di base si tratta di un nuovo “sperpero di soldi pubblici, ben 6 milioni di euro per un nuovo carrozzone”. I cobas definiscono questa operazione “una vera ipocrisia politica, socialmente ingiusta”. “Così il presidente Giani e la sindaca Mugnai mettono la parola fine al presidio ospedaliero per acuti e al Pronto Soccorso H24, dopo la ‘sola’ del cosiddetto Centro Medico Avanzato”.

Per il sindacato di base “la casa di comunità e l’ospedale di comunità (che dovrebbe ospitare 20 posti letto di degenza) rappresentano un vero copia e incolla di quello che già esiste all’interno del presidio ospedaliero Serristori”.

A proposito dell’ex ospedale Serristori, ora declassificato a “stabilimento”, i Cobas denunciano con forza le criticità esistenti “a parte le vergognose liste di attesa, la pediatria aperta solo una volta alla settimana, la cardiologia in perenne affanno, l’urologia aperta solo 2 volte al mese – che prima della dipartita dell’ex Direttore Generale è stata esternalizzata a Frate Sole Srl gestita da una multinazionale europea – ora vi sono i laboratori di analisi e radiologia quasi alla paralisi per le gravissime carenze di personale. Analoga condizione che vivono anche gli ambulatori specialistici per la mancata sostituzione e assunzione di personale”.

Al termine del lungo comunicato firmato dalla Rsu Cobas della Usl Toscana Centro, l’organizzazione sindacale rivendica ad oltranza “la difesa e il rilancio del presidio ospedaliero Serristori, come ospedale per acuzie riferimento ai bisogni di salute e al persistere delle lunghe liste di attesa della popolazione del Valdarno Fiorentino, che non trovano risposta all’Ospedale della Gruccia, anch’esso intasato e in crisi di personale, così come quello dell’Osma a Ponte a Niccheri”.

I Cobas chiedono infine l’immediata apertura di un tavolo di confronto e “l’immediata ripresa di una forte mobilitazione a difesa della sanità pubblica, dell’Ospedale Serristori, del Distretto, dei servizi territoriali e dell’assistenza domiciliare”.

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