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giovedì, Aprile 25, 2024

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Video: su Rai1 e La7 la storia di Francesca, dal Distretto di Figline a Bruxelles

Francesca Zoppi è un’infermiera che, in passato, ha lavorato anche al Distretto di Figline Valdarno. Nel periodo che va dalla fine del 2019 fino ai primi mesi del 2020 ha prestato la sua opera nel presidio valdarnese di via Da Verrazzano, non come dipendente della Azienda Usl Toscana Centro, bensì in virtù di un incarico “in somministrazione” ricevuto da una delle maggiori agenzie per il lavoro.

Francesca Zoppi ha dovuto abbandonare l’Italia, ora lavora in Belgio

In quel periodo Francesca, proprio per svolgere il suo lavoro “interinale” al distretto di Figline, era costretta a viaggiare ogni giorno su e giù da Pistoia (la sua città di residenza). Tutto questo in attesa di trovare finalmente un lavoro stabile, con una buona organizzazione del lavoro e una retribuzione all’altezza degli studi completati all’Università di Firenze.

Come è andata a finire?

La risposta a questa domanda è scaturita da due servizi televisivi che sono andati in onda su Rai 1 e su La 7. Infatti Francesca è stata intervistata nel corso dei programmi condotti da Tiziana Panella (Tagadà) e Serena Bortone (Oggi è un altro giorno). E lo ha fatto rispondendo alle domande non da Figline o da Pistoia, bensì da Bruxelles. Sì, perché ora Francesca è una delle quarantamila persone (medici e infermieri) che dal 2019 al 2021 hanno lasciato l’Italia per trovare all’estero un lavoro degno di questo nome.

Adesso Francesca Zoppi lavora in Belgio, all’interno del reparto di cardiologia della “Cliniques de l’Europe” di Bruxelles.  “Ho lasciato l’Italia due anni fa – racconta Francesca – perché non vedevo una prospettiva nella mia crescita professionale. Qui è tutto diverso, a cominciare dalla retribuzione salariale: in Italia come infermiera appena formata venivo pagata 1400 Euro, con una turnazione che cambiava ogni giorno e con contratti mensili. A Bruxelles, subito dopo un colloquio lavorativo, sono stata assunta con una retribuzione di 2400 Euro e con un’ottima organizzazione del lavoro. Qui, per consentirti di lavorare in clinica, ti pagano anche l’abbonamento ai mezzi pubblici”.

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