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domenica, Novembre 3, 2024

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Asportato tumore gigante con un intervento-fiume

Ci sono voluti 10 ore e un team multidisciplinare per portare a termine un delicato intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore gigante.

L’operazione, particolarmente complessa, è stata condotta con successo alcuni giorni fa presso l’Aoup – azienda ospedaliera universitaria pisana – di Cinisello.

Al paziente – già tornato a casa – è stato asportato in laparoscopia un tumore di grandi dimensioni posizionato nell’area presacrale: coinvolte nell’intervento le équipe di Neurochirurgia, Chirurgia generale e Neurologia, oltre alla parte anestesiologica (Anestesia e terapia del dolore) e tecnico-infermieristica.

Il neurinoma asportato “è un tumore benigno” spiegano dalla Aoup che si colloca fra i pochi centri di riferimento in Italia per questo tipo di chirurgia. “Si origina dalle cosiddette cellule di Schwann che formano la guaina che riveste il prolungamento delle cellule nervose, dei nervi cranici e dei nervi spinali e rappresenta il 7% di tutti i tumori del sistema nervoso centrale. In questo caso clinico il neurinoma era di dimensioni consistenti e localizzato davanti all’osso sacro, quindi in stretto rapporto con importanti strutture anatomiche come grossi vasi sanguigni e nervi, da preservare assolutamente nella loro integrità. Una sfida chirurgica rara, dunque, con un numero limitato di casi descritti nella letteratura medica”.

“Il procedimento chirurgico altamente avanzato e delicato ha richiesto quindi competenze specialistiche e una pianificazione accurata possibili solo in centri altamente specializzati, dotati di un team multidisciplinare composto da neurochirurghi, chirurghi generali esperti in tecniche mini-invasive, neurofisiologi e altri professionisti sanitari esperti in procedure combinate tra le due discipline chirurgiche e, soprattutto, in grado di effettuare anche il monitoraggio intra-operatorio delle funzioni nervose, in modo da preservare la funzionalità neurologica del paziente durante l’intervento, riducendo il rischio di danni neurologici permanenti. Un processo – concludono dall’azienda ospedaliera – che richiede l’utilizzo di tecniche specializzate”.

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