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I suoni e le immagini, il ricordo degli aviatori morti per salvare il Valdarno dalle fiamme 

Mentre sul monte San Michele si diffondevano le struggenti note del Silenzio d’ordinanza, un aereo militare C-27J ha sorvolato lo stesso luogo in cui, quarant’anni prima, avevano perso la vita quattro aviatori della 46^ Aerobrigata: il tenente colonnello Domenico Fanton, il capitano Maurizio Motroni, il maresciallo Furio Colaiacomo e il sergente maggiore Alessandro Cosimi.

Il loro Hercules G222 Mass, carico di migliaia di litri di liquido ritardante, la sera del 10 luglio 1982 si schiantò nel bosco, nei pressi dell’abitato di Torsoli, mentre l’equipaggio stava compiendo un’audace manovra, nel tentativo di fermare – prima che il tramonto del sole interrompesse le operazioni di spegnimento – il vasto fronte del fuoco che stava per superare il crinale della montagna. Nelle ore precedenti l’aereo era già intervenuto quattro volte per spegnere incendi in Liguria e Toscana, e si apprestava a fare l’ultimo lancio della giornata sul Monte San Michele, tra il Valdarno e il Chianti. Invece diventerà l’ultimo volo dell’equipaggio “Lupo-84”.

Così la mattina del 10 luglio 2022 è stata dedicata al ricordo degli aviatori caduti: nel giorno esatto del quarantesimo del disastro aereo, si sono ritrovati nel paesino di Torsoli i parenti delle vittime, gli ex aviatori dell’Associazione Arma Aeronautica, una rappresentanza dei giovani militari attualmente in servizio come piloti nella 46^ Aerobrigata, e numerose autorità civili e militari, tra i quali il sindaco di Greve in Chianti, Paolo Sottani e il generale di brigata aerea Urbano Floreani, comandante dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze (già Scuola di Guerra Aerea delle Cascine).

Il corteo che dalla chiesa di Torsoli si dirige al vicino monumento eretto in ricordo dei 4 aviatori deceduti nel 1982

La cerimonia religiosa è stata celebrata da don Marco Pierazzi, parroco di San Giovanni Valdarno e di Torsoli, il quale ha preso a prestito le parole della parabola del buon samaritano, per ricordare il gesto compiuto dall’equipaggio “Lupo-84” che, come il samaritano citato nel Vangelo di Luca non hanno pensato al loro interesse, come invece fecero nel racconto di Gesù sia il sacerdote che il levita; bensì si chiesero, come il samaritano: cosa succede al mio prossimo se non intervengo?

Il generale Floreani con il sindaco Sottani durante il ricordo del disastro aereo avvenuto a Torsoli il 10 luglio del 1982

Parole che, qualche minuto più tardi, state riprese dal generale Floreani, il quale ha parlato di fronte al monumento eretto in memoria dei quattro aviatori deceduti quarant’anni fa. Un breve discorso tenuto dal comandante dell’Isma al termine della deposizione di due corone di alloro. Floreani, dopo aver portato il saluto del generale Alessandro De Lorenzo, attuale comandante della 46^ Brigata Aerea, ha ricordato il valore dei quattro militari caduti nell’adempimento della loro missione, ed ha avuto un pensiero anche per il militari – vecchi e giovani – della “Quarantaseiesima”: aerobrigata che non cessa di ricevere riconoscimenti, come è successo lo scorso anno in Afghanistan con l’evacuazione di 5.000 civili da Kabul dopo l’avvento al potere dei talebani.

Il sindaco Paolo Sottani ha quindi ricordato come quella di Torsoli sia la tragedia più grande mai avvenuta nel comune di Greve in tempo di pace. Il primo cittadino ha poi ribadito l’impegno dell’Amministrazione comunale nel voler ricordare, ogni anno, coloro che hanno perso la vita per aiutare una comunità di cittadini in pericolo.

Prova d’autore dell’opera realizzata nel 1995 dall’artista Enrico Fornaini per il monumento ai caduti all’aeroporto di Pisa

Quarant’anni dopo lo schianto del G222, il monumento che ricorda il sacrificio dell’equipaggio “Lupo-84” si è arricchito di una nuova opera: si tratta della prova d’autore della celebre “Madonna Aeronautica”, che fu realizzata dall’artista Enrico Fornaini per il monumento ai caduti ora collocato nell’aeroporto militare di Pisa. È toccato alla vedova del sergente maggiore Alessandro Cosimi e alla figlia del tenente colonnello Domenico Fanton togliere il drappo tricolore che velava la candida madonna degli aviatori.

I familiari degli aviatori deceduti sul Monte San Michele scoprono la scultura della Madonna degli aviatori (Prova d’autore)

Al termine della cerimonia pubblica coordinata dal comandante Gianni Conzadori (responsabile Club 46), tutti i presenti hanno continuato il ritrovo in forma privata, ospiti della famiglia Travaglini: le stesse persone che quarant’anni fa si prodigarono nel vano tentativo di soccorre l’equipaggio precipitato. Numerosi i riconoscimenti per Lorenzo, il più giovane dei fratelli Travaglini, nominato ora “custode ideale” del monumento eretto a Torsoli e anche membro onorario dell’Associazione dell’Arma Aeronautica. Poi, in segno di riconoscimento per l’opera svolta in questi quarant’anni, i veterani del cielo hanno voluto donare a Lorenzo Travaglini la bandiera della mitica ““Quarantaseiesima”.

Commovente il saluto finale del generale Floreani, che ha dedicato il “Ghereghereghez”, caratteristico urlo degli aviatori, ai quattro giovani militari scomparsi nel 1982 “Ieri lupi, e oggi angeli del cielo”.

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