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Intesa sugli gli otto punti del “Manifesto per il Serristori”

Il Comitato per il Serristori, prima di prendere posizione sulle ultime vicende che hanno riguardato il Serristori e in particolare la mancata riapertura del pronto soccorso, che potrebbe essere sostituito da un eventuale poliambulatorio, ha atteso pazientemente che si esprimessero le forze istituzionali, politiche, associative e sindacali. Una volta registrate tutte le prese di posizione, e anche alcuni significativi silenzi, il Comitato per il Serristori ha elaborato un documento che lunedì 12 dicembre 2022 è stato proposto in discussione con tutti i soggetti (compresi i rappresentanti di varie associazioni, del mondo del volontariato e del sindacato) che intendono impegnarsi affinché il Serristori torni ad essere un ospedale di base, al servizio del suo naturale bacino di utenza, e non più un semplice “stabilimento” piegato a logiche sanitarie estranee alla comunità locale.

Questi i punti principali emersi dal confronto con tutti i soggetti coinvolti nella lotta per la piena funzionalità dell’ospedale di Figline.

1) Il Serristori deve ritornare un ospedale di base, quindi dotato di Pronto Soccorso e delle specialità previste dalla normativa: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Inoltre deve essere dotato per legge anche di letti di Osservazione Breve Intensiva.

2) Il declassamento del presidio di Figline a semplice “stabilimento” aggregato a Ponte a Niccheri è avvenuto su criteri prettamente politici, non giustificati dai numeri. È noto che il bacino di utenza di un ospedale va calcolato comprendendo un’area estesa che viene individuata attraverso “differenti gradi di raggiungibilità delle due variabili: distanza e/o tempo di percorso”. Quindi chi fa riferimento ai soli abitanti residenti nel Valdarno fiorentino per calcolare il bacino di utenza del Serristori commette, nella migliore delle ipotesi, un errore grossolano.

3) Nel calcolo del bacino di utenza del Serristori è inaccettabile che non vengano compresi alcuni comuni del Chianti – Greve e non solo – che ricadono all’interno del raggio di utenza del Serristori, visto che si tratterebbe di un servizio raggiungibile in 20 minuti, utilizzando strade molto meno trafficate rispetto ai collegamenti con altri presidi fiorentini. Stesso discorso vale per numerose zone limitrofe a Figline che ricadono nel territorio provinciale di Arezzo, come ad esempio Meleto o alcune importanti frazioni del comune di Castelfranco Piandiscò.

4) Il fatto che nei prossimi anni l’autostrada A1 sarà interessata nel tratto valdarnese dai lavori per la realizzazione della terza corsia, con frequenti code e chiusure totali o parziali al traffico veicolare, comporterà inevitabilmente una complicazione dei consueti criteri di distanza e/o tempo necessari per il calcolo del bacino di utenza di un ospedale, rendendo così indispensabile la riapertura del Serristori come Ospedale di base dotato di Pronto Soccorso.

L’associazione Calcit Valdarno Fiorentino Onlus presente alla manifestazione per il Serristori (Foto Paolo Ricci)

5) All’interno del bacino di utenza del Serristori volutamente non vengono calcolate le circa 780.000 presenze turistiche annuali (settecentottantamila) registrate nel solo territorio del Valdarno Fiorentino. Un atteggiamento punitivo riservato soltanto alla nostra zona, mentre altrove si ragiona in modo diametralmente opposto. Il caso più eclatante è quello di Venezia. La Regione Veneto, grazie alla legge regionale 16 maggio 2019, n. 18, art. 1, comma 1, ha modificato la legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, “Piano socio sanitario regionale 2019-2023”, ed ha inserito dopo il comma 3 dell’art. 7, il comma “3-bis”, il quale prevede che l’ospedale del centro storico di Venezia sia classificato come presidio ospedaliero di primo livello “tenuto conto che il bacino d’utenza di afferenza è comprensivo, oltre che della popolazione del territorio insulare, anche della forte presenza turistica”. Insomma: a Venezia i turisti vengono conteggiati per far diventare di ‘primo livello’ l’ospedale cittadino, mentre a Figline i turisti non vengono conteggiati per fare in modo che il Serristori resti declassato a semplice ‘stabilimento’.

6) Tutto ciò dimostra che il mancato riconoscimento del Serristori come ospedale di base è dovuto, anche e soprattutto, ad un mancato intervento della parte politica, che non è voluta intervenire per correggere o inserire deroghe (cosa che è avvenuta altrove, anche nella zona aretina del Valdarno), aggrappandosi a criteri di valutazione palesemente viziati da una visione miope della sanità, che privilegia l’accentramento a scapito della medicina diffusa sul territorio.

7) Il Comitato e i soggetti che aderiscono a questa iniziativa, vista la grave crisi in cui è precipitato il servizio sanitario nazionale (SSN), situazione che è acclarata da numerosi servizi e inchieste diffuse da testate giornalistiche e televisive (comprese quelle del servizio pubblico nazionale) concordano sulla necessità di chiedere alla Regione Toscana le necessarie deroghe affinché il Serristori torni ad operare come Ospedale di Base dotato di Pronto Soccorso. Nel contempo chiedono al Governo nazionale l’immediata modifica del regolamento Balduzzi sugli standard ospedalieri, adottato nel 2012 nell’ambito della spending review decisa dall’allora governo Monti. Normativa che in questi ultimi 10 anni non solo ha palesato la sua insufficienza in occasione delle emergenze sanitarie come il Covid-19, ma ha dimostrato di non avere i requisiti minimi per garantire quanto previsto all’articolo n.32 dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Infine i promotori dell’iniziativa concordano nel sollecitare il Governo locale a compiere tutti i passaggi necessari per ottenere la riapertura del Pronto Soccorso del Serristori, fino alla minaccia e – qualora occorra – alla successiva formalizzazione del ritiro dalle cariche istituzionali.

8) Tutti i soggetti aderenti a questa iniziativa concordano sulla necessità di promuovere nel corso dell’anno 2023 una fitta serie di iniziative articolate sul territorio, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e tutti i livelli istituzionali sulla impellente necessità di restituire al Serristori la funzioni di ospedale per acuti, in grado di soddisfare le necessità della popolazione locale inserita nel reale bacino di utenza, compresa la riapertura del Pronto Soccorso.

Quando il Pronto soccorso del Serristori era aperto, ma solo per 12 ore

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