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venerdì, Aprile 26, 2024

Calcit Valdarno Fiorentino

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Bonaccini: Calcit parte attiva per trovare una soluzione per il Serristori

FIGLINE – A distanza di quasi tre mesi dalla scomparsa del suo fondatore, il Calcit Valdarno Fiorentino si trova ad affrontare il primo anno di attività senza la guida esperta del professor Bruno Bonatti, il quale aveva svolto il ruolo di presidente fin dal 2004, anno di nascita dell’associazione valdarnese che da sempre opera in aiuto delle persone che devono affrontare una malattia oncologica.

La scomparsa del professor Bonatti è coincisa peraltro con un periodo delicato, in cui non sono mancate le difficoltà operative, soprattutto per le limitazioni imposte dalle complesse normative di contrasto alla pandemia. Oltretutto la duplice trasformazione del Serristori in ‘Ospedale Covid’ ha creato non pochi problemi alla normale attività della Onlus del Valdarno Fiorentino, a cominciare dall’avvenuta chiusura del Pronto Soccorso e di altri importanti servizi erogati dal presidio di Figline.

Una situazione che è ben spiegata da Mario Bonaccini, ex vicepresidente del Calcit che nel frattempo è diventato (per norma statutaria) presidente dell’associazione, almeno fino alle prossime elezioni che si terranno a metà 2022. Una nomina, quella di Bonaccini, che è già stata approvata dal Consiglio della Onlus di Figline.

“La nostra Associazione da molti anni sostiene attivamente il Day Hospital oncologico del Serristori – ricorda il presidente Bonaccini – ma questa attività può essere svolta soltanto se l’Ospedale di Figline opera come struttura sanitaria per acuti, comprensiva dei servizi relativi all’emergenza-urgenza. Solo la presenza di determinate strutture (apparecchiature, diagnostica e risorse umane) può infatti garantire l’adeguata assistenza ai malati oncologici, a cui il Calcit Valdarno Fiorentino offre il suo servizio e il suo aiuto. Purtroppo, come tutti sanno, il ruolo dell’ospedale di Figline ha subito un progressivo ma sostanziale depotenziamento, fino allo smantellamento di interi reparti del Serristori e addirittura anche la chiusura del Pronto Soccorso”.

Il logo del Calcit Valdarno fiorentino

Inoltre, oltre a finanziare parte del personale medico Day Hospital Oncologico, il Calcit Valdarno Fiorentino ha finanziato anche personale medico per la Medicina e la Pediatria, nonché personale medico di supporto ai pazienti oncologici, ovvero figure come: nutrizionista, psicologo e medicina alternativa. Non solo, in collaborazione con la Radiologia, il Calcit si è attivato per il riutilizzo del mammografo e l’acquisto di attrezzature specifiche per la diagnostica, come ecografi ad alta risoluzione (non solo per il DHO, ma anche per i reparti di medicina e chirurgia-anestesia) oltre all’acquisto di attrezzature minori.

Vista la difficile situazione che si è determinata all’ospedale di Figline, cosa intende fare il Calcit Valdarno Fiorentino per ritrovare una sua normale attività operativa?

“La nostra associazione non accetta assolutamente questa grave situazione che è stata decisa dall’Azienda sanitaria Toscana Centro – spiega Bonaccini – Occorre sapere che nel 2020 i dirigenti dell’Asl hanno deciso, di loro iniziativa, di ripescare una vecchia normativa in modo tale da modificare le reali funzioni del Serristori, il quale ora non è più un autonomo ospedale per acuti, ma è diventato un semplice ‘stabilimento’ dell’Osma di Ponte a Niccheri. Quindi noi sosteniamo con forza e determinazione che deve essere rivisto questo piano scellerato, che è operativo di fatto, ma che in realtà non ha mai ottenuto le firme di approvazione da parte dei sindaci valdarnesi. Una situazione che sarebbe inaccettabile in tempi normali, ma che ora è tollerata solo perché, in un periodo di pandemia, tutto è permesso con la motivazione, e a volte anche con la scusa, dell’emergenza Covid”.

L’ospedale Serristori

Come può essere cambiata la situazione del Serristori?

“La via maestra, che noi abbiamo chiamato “il piano A”, è quella della politica. Una strada negoziale che prevede un confronto serrato tra amministrazioni comunali e la Regione Toscana. L’Amministrazione regionale, infatti potrebbe innescare un percorso di revisione della sanità regionale, del resto auspicato da tutti dopo quello che è emerso con la pandemia. Un cambio di rotta tale da far cambiare idea all’Azienda sanitaria in merito alle reali funzioni del Serristori. Non a caso il Calcit ha sostenuto in prima persona l’ultima petizione tra i cittadini, che si è svolta da dicembre a febbraio durante i giorni di mercato a Figline. Una petizione che tra le migliaia di firme raccolte ha visto anche quelle pesanti dei capigruppo di maggioranza al Comune di Figline e dell’assessore comunale alla sanità. Si tratta di un segnale politico che non va sottovalutato da parte del Comune, tanto che l’Amministrazione municipale si è dichiarata favorevole ad una manifestazione di protesta da parte della cittadinanza, per far riaprire il pronto soccorso al Serristori”.

Oltre al cosiddetto ‘Piano A’ esiste anche un’alternativa?

“Su questo punto occorre essere chiari – afferma con decisione il presidente del Calcit – Abbiamo il sospetto che un Serristori così depotenziato faccia molto comodo a determinate strutture fiorentine. È una brutta sensazione che abbiamo maturato anche durante l’incontro svoltosi nell’agosto 2021 proprio al Serristori, alla presenza dell’assessore regionale Bezzini e dei responsabili della Asl. In quella occasione proprio dalla Asl sono giunte le maggiori frenate, non dalla Regione: una volta mancano i soldi per l’ospedale di Figline, poi i soldi ci sarebbero, però mancano i medici. Poi si dice che mancano gli infermieri. Noi a questo giochino del ‘manca questo, manca quello’ non ci stiamo. Così abbiamo deciso di andare a stanare chi tira il freno a mano in modo strumentale. Noi vogliamo con forza l’applicazione del piano A, un piano che preveda la riapertura da parte della Asl del Pronto Soccorso H24 al Serristori. Però, a coloro che accampano scuse per non riaprire il Pronto Soccorso, diciamo da mesi e mesi che siamo pronti a sederci ad un tavolo per trovare insieme delle soluzioni. Vogliamo vedere se anche a questa nostra proposta si dice di no”.

Su cosa si basa la vostra proposta, quello che qualcuno ha definito il piano B?

“Si basa su una semplice considerazione – spiega Bonaccini – la nostra Associazione da anni e anni sostiene attivamente il Day Hospital oncologico dell’Ospedale Serristori di Figline Valdarno, operando sempre in collaborazione con le autorità sanitarie. Finora l’obiettivo primario del Calcit è stato quello di convogliare le energie del volontariato e le risorse offerte dai cittadini del Valdarno Fiorentino verso attività che hanno come unico scopo il sostegno ai pazienti malati di tumore ed ai loro familiari, finanziando direttamente la retribuzione di personale medico che opera nel D.H. oncologico e promuovendo l’acquisto di apparecchiature specifiche per migliorare la qualità delle cure prestate al malato”.

Invece con il piano B cosa cambierebbe?

“È molto chiaro e lo ribadiamo da mesi in tutte le sedi: se ancora si insiste a tirare fuori delle scuse per congelare il Serristori, il Calcit è disponibile ad assumere un ruolo ancora più attivo, e anche più strutturato, nel rapporto con l’Azienda Sanitaria. Ciò significa che, applicando semplicemente le leggi già presenti e operative in Italia, si può trasformare il ruolo del cosiddetto ‘privato sociale’ com’è il Calcit, passando cioè dalle semplici e tradizionali donazioni (che hanno superato il milione di euro) a nuove e più pratiche forme di partenariato con l’Azienda sanitaria. Ovvero, si possono trovare accordi di natura economica fra due o più soggetti per il conseguimento di obiettivi comuni, tali da indurre un rilancio dell’attività del Serristori. Insomma, il Calcit è, e vuole essere, parte attiva per riaprire il pronto soccorso al Serristori e per rifare a Figline un Ospedale di base, che è il minimo per essere considerati come vero ospedale. Se questo viene fatto dalla Regione e dalla Asl ne saremo felicissimi, anzi entusiasti. Se invece qualcuno pensa di chiudere lì la partita con qualche scusa, ha sbagliato di grosso. In questo caso abbiamo idee e risorse da portare al tavolo con la Regione. Ci negate anche questo?”.

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